Dallo "SLow Food" allo "SNow Food". Aprica e il risto-gatto delle nevi che valorizza il cibo a km0
Fonte pagina Facebook Hubruzzo - Fondazione Industria Responsabile 

Dallo "SLow Food" allo "SNow Food". Aprica e il risto-gatto delle nevi che valorizza il cibo a km0

Di "visione in visione", introduciamo oggi la seconda categoria di caso di studio di rilievo presa in esame nella ricerca 50 Visioni Comuni (iniziativa sostenuta da Fondazione Hubruzzo e promossa da Carsa), dedicata specificatamente al tema “Borghi diffusi, remote working e servizi turistici innovativi”.

 

Voliamo dunque in Lombardia e atterriamo in provincia di Sondrio, nel piccolo comune di Aprica, dove nel 2015 lo chef Andrea Campi è riuscito a far conoscere, direttamente sulle piste da sci, i prodotti tipici del territorio grazie ad un particolarissimo servizio di ristorazione.

 

E' infatti dall'unione di "food" e "snow" che nasce Snood Kitchen, un gatto delle nevi appositamente modificato e attrezzato per cucinare in condizioni di freddo estremo, fino a -30°. Campi è così riuscito a portare, attraverso un'esperienza di street food raffinato e gustoso del tutto peculiare, un vero e proprio servizio di cucina gourmet in alta quota.

 

visioni comuni aprica foto 2

Fonte pagina Facebook Osteria Al Dosso - Aprica

 

Come funziona Snood Kitchen? La tecnologia ha dato la risposta. Gli sciatori pagano le consumazioni attraverso un piccolo adesivo-microchip applicato sul casco e caricato via internet con un credito per l'acquisto di prodotti. Un software, posizionato sul gatto delle nevi, lo rileva automaticamente e scala l'importo di ciò che viene consumato.

 

Dall’idea di SLow food a quella di SNow food, grazie al progetto Snood Kitchen lo chef Campi è riuscito ad incrementare il flusso di consumatori ad Aprica e promosso le eccellenze enogastronomiche a km0

 

Sensibilizzando l’opinione degli amanti della montagna attraverso la proposta di pietanze che valorizzano i prodotti locali e una cucina espressa, in Italia abbiamo un concreto esempio di sinergia circolare tra imprenditoria, tecnologia e sostenibilità che, integrato ad ulteriori servizi e infrastrutture locali, ha avuto il potere di rendere il territorio più attrattivo e più green.

 

 

Testo a cura di:

Simone D’Alessandro. Rtd/A di Sociologia Generale e Docente di Sociologia dei Processi Creativi presso l’Università G. D’Annunzio di Chieti-Pescara. Direttore Ricerche pro bono di Hubruzzo Fondazione Industria Responsabile. Già Direttore Operativo di Carsa. Tra le sue 122 pubblicazioni: Local Development and Creative Project Communities, Studi di Sociologia n. 1/2023. Towards a Sociology of Innovation Ecosystems: Decision-Making under Uncertainty between Social Construction and Bounded Rationality, Italian Sociological Review Vol. 12, n. 3, 2022; Creative Actions and Organization: Towards a Reflexive Sociology of Serendipity, Cambridge Scholar Publishing, 2021; Ripartire dai borghi per cambiare le città, Franco Angeli, Milano, 2020; Dalle maggioranze silenziose alle identità neuronali: la post-società degli ibrividui, in La Critica Sociologica, Vol 214, N. 2; La ricostruzione Post-Sisma della città de L’Aquila come fenomeno mediatico in Sociologia e Politiche Sociali n. 3, 2019 www.hubruzzo.net – www.simonedalessandro.com – www.carsa.it – simone.dalessandro74(@)gmail.com

Donatella D’Anniballe, laureata in Lingue, culture e traduzione letteraria con un master di I livello in Environmental Management and Communication e un master in Social Media Marketing. Ha iniziato ad appassionarsi alla scrittura online, facendo pratica sul primo blog aperto nel 2006. Oggi racconta storie e valori strategici di realtà online su social network, blog e siti web. Ha piantato 14 alberi nel mondo; dopo 19 anni ha ricominciato a suonare il pianoforte e sogna di scrivere un libro (anche più di uno).  donatelladanniballe.it

 

Per approfondire:

"Visioni Comuni": le buone pratiche del neo-popolamento in Italia

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