innovazionesocialesfondologograndenew.jpeg

WATT IF. Noi siamo il clima

cover group facebook 2

 

Il problema del cambiamento climatico è davvero impossibile da risolvere?
Un viaggio attraverso 6 progetti che partono dal basso, 6 storie di imprese reali in 6 differenti Paesi del mondo, 6 differenti soluzioni concrete. Per dimostrare che, dove c'è partecipazione e unione, l'evoluzione è possibile e non è poi così lontana.

 

L'energia è ovunque! È nelle nostre scuole e all'interno dei nostri posti di lavoro, nelle nostre case, per la strada e in mezzo alle nostre città. E se fossimo noi stessi a reinventare il modo in cui l'energia viene prodotta e consumata in tutto il mondo?

Quotidianamente, costantemente i media ci ricordano i limiti dei nostri modelli di produzione e di consumo di energia, modelli obsoleti che sfruttano le risorse limitate a nostra disposizione, mettendo a rischio il Pianeta e tutto ciò che in esso vive, noi compresi. Ci viene detto che le soluzioni sono complesse, le scelte sono difficili.

 

E se...

 

E SE la transizione energetica diventasse realmente concreta, locale, più “umana”? E SE tutti all'interno della propria comunità potessero creare o supportare soluzioni che rispondano alle sfide energetiche locali? E SE tutti noi potessimo incontrare quelle persone che agiscono quotidianamente per costruire il futuro dell'energia?

Queste le domande a cui la comunità di makesense ha cercato di dare risposta lanciando il programma sulla transizione energetica Energies for Climate.

 

La campagna -avviata in collaborazione con EDF, la maggiore azienda produttrice e distributrice di energia in Francia- mira ad accelerare il supporto di soluzioni innovative che consentano a tutti e ovunque di avere accesso all'energia necessaria per vivere dignitosamente, preservando il nostro fragile ecosistema.

Ma di cosa parliamo quando parliamo di makesense? Nato a Parigi nel 2010, sviluppatosi a Berlino e a Londra nel 2011, makesense è un movimento globale open source di persone appassionate di impresa e innovazione sociale, volontari che dedicano il proprio tempo e le proprie competenze per risolvere le sfide concrete e quotidiane di imprenditori sociali in tutto il mondo.

 

 

Ben presto, con centinaia di cittadini e imprese connessi in tutto il mondo e la collaborazione di governi, autorità ed enti locali, è nata una vera e propria comunità.

 


In soli tre anni, il movimento ha mobilitato più di 15.000 persone attraverso più di 600 workshop, aiutando gratuitamente circa 450 imprese sociali a crescere e svilupparsi in 86 città del mondo. La società è attualmente gestita da un team di 70 persone distribuite in 8 città: Parigi, Città del Messico, Dakar, Manila, Beirut, Lima, Delhi e Abidjan.

 

 

WATT IF: il documentario

Olivier Sabatier, videoreporter e “sense maker”, ha viaggiato per 3 mesi, attraversando 6 Paesi, con l'obiettivo di incontrare imprenditori impegnati nella sfida di trovare soluzioni energetiche sostenibili e locali, persone che hanno creato soluzioni pratiche e innovative per affrontare i cambiamenti climatici nei propri Paesi e all'interno delle proprie città. Le persone giuste per Energies for Climate!

 


90 Giorni                        6 Paesi                         6 Episodi

 

SenseTourEnergy



 

Liter Of Light (Filippine)

Una semplice bottiglia di plastica, candeggina e acqua, con l'aggiunta di una luce a LED e di un piccolo pannello solare abbinato ad una batteria, in grado di immagazzinare l’energia generata attraverso la luce del sole durante il giorno e pronta a restituirla nelle ore notturne: tecnologia ecosostenibile open source, cioè libera da diritti e quindi a disposizione di tutti per essere riprodotta.

Ecco le componenti delle luci che  Liter Of Light, progetto della fondazione filippina My Shelter Foundation, porta nelle nazioni in via di sviluppo e nelle situazioni di emergenza energetica. Un esempio concreto di economia del riciclo, oltre che un gesto di grande valore sociale.

Il progetto si pone infatti degli obiettivi che vanno al di là della semplice installazione di luci nei villaggi più poveri: si impegna nella formazione del personale locale sia a livello amministrativo che a livello tecnico, al fine di favorire la creazione di posti di lavoro e di generare microimpresa e ulteriore sviluppo economico

La rappresentanza italiana della ONG ha sede a Prato, da cui avviene anche il coordinamento europeo del progetto “Liter Of Light At Night”.

 

liter of light

 

 

Thypa project (Senegal)

Ovvero come trasformare un vincolo ambientale in energia verde. La proliferazione nel fiume Senegal della Typha australis, pianta comunemente nota come giunco, è iniziata negli anni '80 con la costruzione di una diga per impedire che l'acqua salata dell'oceano Atlantico entrasse nel fiume con ogni marea.

La costruzione della diga favorì lo sviluppo dell'agricoltura lungo le sponde del fiume, ma per la typha creò anche le condizioni ideali in cui proliferare. Oggi, queste piante occupano un tratto di 130 chilometri di sponde, bloccando i canali di irrigazione, riducendo l'accesso all'acqua per allevatori e pescatori e colonizzando un fragile ecosistema che è anche un importante terreno fertile per numerose specie di uccelli migratori provenienti da Europa e Asia.

Il progetto nasce dunque da un problema: poiché la lotta contro la proliferazione è inefficace, perché non provare a rendere questa pianta utile? L'Istituto Superiore di Studi Tecnologici (Iset) di Rosso, in Mauritania, ha sviluppato un'innovazione tecnica che consente di produrre combustibile per cucinare usando la typha.

Nel contesto saheliano, dove il 90% delle famiglie mauritane cucina utilizzando carbone di legna, con conseguente ulteriore sfruttamento delle foreste, lo sviluppo di un combustibile alternativo incontra la duplice sfida di combattere la deforestazione e valorizzare una specie invasiva.

 

typha project



 

 

Buiksloterham (Paesi Bassi)

Ex area industriale di Amsterdam, tra le più inquinate della città. Qui sorgeva la fabbrica di aeroplani Fokker, un laboratorio petrolifero Shell, il cantiere navale De Ceuvel e diverse industrie manifatturiere. E' ora un quartiere unico nel suo genere, che funge da laboratorio vivente per lo sviluppo “circular, smart e biobased”.

La riqualificazione dell'area è avvenuta attraverso un processo sinergico  che ha visto coinvolti attivamente istituzioni e cittadinanza: dove sorgevano le discariche abusive del cantiere navale sono state costruite case galleggianti, collegate da passerelle di legno con impianti che dovranno assorbire gli inquinanti entro il termine del contratto.

Dal 2011 l’ente ha cominciato a lottizzare alle persone, dando la possibilità a ciascuno di investire nella propria abitazione diventandone costruttori, creando così uno dei distretti più promettenti di economia circolare.

Dal 2015 più di 20 diverse organizzazioni e aziende hanno firmato il Circular Buiksloterham Manifest, impegnandosi a essere promotori di temi come l'uso intelligente dei materiali, il riciclaggio, la resilienza climatica, la sharing economy e la mobilità sostenibile, nonché lo sviluppo di nuovi modelli di produzione, consumo, distribuzione e logistica.

 

Buiksloterham

 

 

Enerterre (Francia)

In Normandia, nell'area del Parco Naturale Regionale degli Acquitrini del Cotentin e Bessin e come parte del Piano Territoriale per l'Energia, dal 2011 viene portato avanti un interessante esperimento allo scopo di combattere la povertà energetica.

L'obiettivo è di rinnovare le case di terra, tipiche di questa zona, attraverso la realizzazione di rivestimenti isolanti in materiali locali, riciclabili e a basso impatto – quali paglia, canapa, terra cruda e calce -, coinvolgendo gli abitanti stessi e l'intera comunità.

Rivolto a famiglie precarie, disoccupati, persone in situazione di grave disagio, il programma si inserisce in un sistema di scambio locale, in cui la “donazione per la donazione” è la regola: l'intero processo di ristrutturazione avviene sotto forma di cantiere partecipativo, accompagnati da volontari e supervisionati da un artigiano-formatore locale.

Ogni beneficiario che riceve una mano aiuta a sua volta: dalla manodopera all'offerta del pasto per i volontari, dal prestito delle attrezzature necessarie alla donazione di sabbia o terra, il sistema è stato pensato per consentire a chiunque di scambiare servizi o beni senza utilizzare denaro.

Enerterre è stato costruito come risposta alla spinosa questione della povertà energetica, ma ha portato con sé ulteriori enormi vantaggi per la comunità: coesione sociale, scambio di competenze e trasmissione di saperi, elementi di fondamentale importanza per chi ha bisogno di uscire da situazioni di disagio personale e lavorativo, ma spesso difficilmente raggiungibili per chi vive in luoghi isolati.

 

enerterre

 

 

Suema (Messico)

Il modello ideale attualmente concepito per la gestione dei rifiuti implica la combinazione delle 4 R: ridurre, riutilizzare, riciclare e recuperare.

Ma Jahir Mojica, fondatore e CEO dell'azienda messicana, propone di seguirne una quinta: ripensare. "Non è più sufficiente pensare a come gestire i rifiuti. Nel ragionare sui modelli di business attorno ai processi industriali, l'obiettivo centrale ora dovrebbe essere quello di ripensare a come fornire valore attraverso un uso più efficiente delle risorse e senza danneggiare l'ambiente”, afferma.

Suema è specializzata in due anelli della catena del processo di gestione dei rifiuti: la trasformazione dei residui e il loro sfruttamento sotto forma di energia.

L'azienda ha creato un biodigestore nel comune di Milpa Alta, a Città del Messico.

Questo impianto è l'unico nel suo genere nel Paese e il più innovativo in America Latina ed è in grado di generare biogas attraverso lo scarto di lavorazione del nopal, ovvero la foglia spinosa dell’Opuntia ficus indica (pianta comunemente nota col nome di “fico d’India”), dai molteplici utilizzi e benefici e largamente diffusa e consumata in tutto il Messico.

 

L'obiettivo è di trasformare i rifiuti, il cui trattamento e smaltimento rappresenta una voce di spesa alta per le aziende, in un input: il biogas risultante può essere utilizzato per generare 240 kWh al giorno, rendendo così il mercato locale elettricamente autosufficiente con un risparmio di oltre 72.000 pesos al mese in costi energetici e oltre 96.000 pesos al mese nel trasporto dei rifiuti inviati alle discariche.

L'azienda messicana sta anche lavorando con l'industria dello zucchero per ridurre gli scarti prodotti dagli zuccherifici e trasformarli in un biocarburante che potrà essere utilizzato in altri processi produttivi.

 

suema

 

 

Barefoot College (India)

Barefoot College è un'organizzazione non governativa indiana fondata nel 1972 da Sanjit "Bunker" Roy, il cui approccio è basato sull'emancipazione femminile - indipendentemente da casta, etnia, età o livello di alfabetizzazione - allo scopo di fornire alle popolazioni delle aree rurali le competenze necessarie per poter iniziare una vera e propria “trasformazione” dei propri villaggi.

Il college, ubicato nel villaggio di Tilonia (Rajasthan) e interamente alimentato a energia solare, ha fornito formazione a 15.000 donne, rendendole autonome e dando loro competenze nel campo dell'ingegneria solare, dell'ingegneria idrica e dell'assistenza sanitaria, fondamentali per chi vive in aree remote, isolate, non raggiunte dall'elettricità.

Le donne imparano attraverso l'ascolto e la memorizzazione, utilizzando grafici con codici a colori che aiutano a ricordare le nozioni senza bisogno di leggere o scrivere.

Da quando il corso di ingegneria solare è stato lanciato nel 2005, più di 300 “ingegneri scalzi” hanno portato energia a più di 13.000 case in tutta l'India.

Inoltre, il modello è stato replicato in Africa, America Latina e Asia meridionale: altre 6.000 famiglie in più di 120 villaggi di 24 Paesi hanno dunque potuto godere degli enormi benefici del progetto.

Un progetto a basso costo, decentralizzato e guidato dalla comunità stessa, che funziona capitalizzando le risorse già presenti nei villaggi.

 

barefoot college

 

 

Il nostro Mondo. La nostra Casa. Le nostre Azioni.

 

Energies for Climate e WATT IF hanno già fatto il giro del mondo con 128 proiezioni in 88 città di 43 differenti Paesi, portando ovunque il dibattito sui cambiamenti climatici e mobilitando le comunità locali per trovare nuove soluzioni. E per scoprire realtà già attive, che già operano per il cambiamento.

E ora sono pronti per farsi conoscere anche in Italia, con la prima proiezione in anteprima Giovedì 29 Novembre a Milano, presso Ostello Bello, vincitore del Best Italian Hostel Hoscar di Hostelworld.

 

Conosci l'effetto colibrì?

 

L'energia è una questione globale e complessa. Come individui, spesso sentiamo di essere minuscoli di fronte ai grandi problemi, troppo deboli per poterli risolvere. Ma le idee nascono dalla connettività e dallo scambio di informazioni e di piccole ma fondamentali intuizioni tra le persone.


makesense è dunque alla ricerca di esperienze locali di lotta al cambiamento climatico!

 

Che il tuo sia un progetto in fase embrionale o una realtà già operante a Milano e dintorni, vieni a raccontarlo Giovedì 29 Novembre a Milano, presso Ostello Bello (via Medici 4).

 

Condividi le tue conoscenze, racconta il tuo progetto e prendi ispirazione dalle testimonianze narrate, prova concreta di come si può creare innovazione partendo dal basso.

La proiezione sarà occasione per conoscere la community makesense e le pratiche già avviate (ambiente, migrazioni, accessibilità, tech for good), proporsi per organizzare ulteriori manifestazioni, discutere possibili soluzioni per portare innovazione a livello locale - promuovendo metodi puliti e sostenibili per produrre e consumare energia -, e mettere le basi per future collaborazioni tra realtà vicine.

 

Ulteriori informazioni:

WATT IF il trailer

Evento FB

Pagina FB makesense

Gruppo makesense Milano